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Channel: Bile. non è satira, è peggio. » Facebook
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La riabilitazione della settimana: Facebook

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In democrazia ci sono delle regole. Una di esse, non scritta, afferma che la libertà di pensiero e di critica non si possa applicare alla democrazia stessa e a tutto ciò che la favorisce. I social network, facebook in primo luogo, sono essenziali per il mantenimento della democrazia e per instaurarla laddove non esiste. Per esempio mettendo in contatto tutti gli oppositori di uno Stato governato da un regime dittatoriale. O dando vita a gruppi quali “Questo tumore del collo dell’utero a trasmissione sessuale avrà più fan di Berlusconi”.

Basterebbe questo per mandare affanculo i disfattisti di Report e invitarli cortesemente ad occuparsi di cose più serie che non le falle di sicurezza nel mondo di internet. Per esempio, da quant’è che non sentiamo una trasmissione d’approfondimento fare i nomi e i cognomi dei responsabili delle scie chimiche che, sprigionate dagli aerei nella nostra atmosfera, fanno sì che il volto degli adolescenti si ricopra di brufoli? E del signoraggio? Perché la Gabanelli non parla del signoraggio, porca troia?

A noi però piace abbondare, quando sposiamo una causa, ci piace strafare. A noi non basta inculare una modella strafatta tenendo in ostaggio i suoi genitori cocainomani: dobbiamo anche sborrare copiosamente in faccia a tutti e tre. Fuor di metafora: abbiamo altri argomenti a favore di facebook e della democrazia. Beccati questa, Raitre!

Se la democrazia ha un senso, è che tutti ne profittino. Quando dico ‘tutti’ intendo ‘ognuno’, e quando dico ‘ognuno’ intendo ‘i più meritevoli’. Ora, quando dico ‘profittino’ intendo ‘guadagnino’, quando dico ‘meritevoli’ intendo ‘furbi’, e quando dico ‘dico’ intendo ‘scrivo’. Che male c’è, dunque, che facebook contribuisca agli enormi squilibri di ricchezza, potere e informazione che sono alla base delle grandi mancanze di democrazia nel nostro pianeta, contribuisca all’arricchimento di Microsoft, della Goldman Sachs e di un paio di miliardari russi e cinesi, quando ci fornisce il potente mezzo del tasto “Mi piace”? Il tasto “Mi piace”, è bene ricordarlo, ha rovesciato dittature decennali nei paesi arabi e venduto migliaia di copie del libro di Spinoza.

Che importanza può avere se le regole di privacy di facebook sono scritte apposta per fregare le casalinghe di Voghera e i redneck del Veneto? Un esercito di nerd è pronto a ridere di loro: così imparano, a usare un computer senza sapere che differenza ci sia tra un’architettura a 32 bit o 64! In fin dei conti non stiamo tutti dalla parte dei maghi truffatori che si approfittano dei gonzi? O dalla parte dei preti che si inculano i ragazzini: colpa dei genitori inconsapevoli dei gusti sessuali del prete, mica della Chiesa, no?

Voi magari pensate che stiamo facendo dell’ironia fin troppo facile. Ognuno di noi sa benissimo che la nostra vita è continuamente venduta e comprata, e che non un centesimo di questa compravendita entra nelle nostre tasche. L’importante non è tanto esserne consapevoli, quanto boicottare Mediaset e Mondadori. Perché Mediaset e Mondadori sono dello psiconano, e lo psiconano è contro la democrazia. A differenza di facebook e del suo gruppo “La democrazia avrà più fan dello psiconano”. Lo dice anche il titolo.


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